Fatto a mano.
Anche l’etichetta
Un bouquet di ginepro come porterebbe una sposa. Fiori, nastri e pizzi come gli abiti delle dame ottocentesche. La bottiglia di Gin 1861 è vestita come la moda dell’epoca a cui si ispira.
Le 20 botaniche si leggono attraverso la trasparenza del vetro e del distillato, e nella scritta calligrafica nell’interno del retroetichetta.
Il font del logo 1861 è stato creato ad hoc e disegnato a mano per trasmettere a prima vista l’atmosfera storica del tempo.
Gin 1861 brilladi luce propria
Di notte Gin 1861 brilla di luce propria. Il retroetichetta è stampato con colore al fosforo, che al buio diventa luminoso. Un vero centro d’attrazione nelle bottigliere dei locali e dei cocktail bar, spesso in penombra.
Qui spicca un dolce volto femminile: è Euterpe, la musa che rallegra, esattamente come il buon bere. Euterpe è contornata dal ginepro con illustrazioni botaniche derivate da quelle contenute nei “Commentarii in sex libros Pedacii Dioscoridis Anazarbei de medica materia” (1565) del botanico rinascimentale Pietro Andrea Mattioli.
L’immagine di Euterpe e delle botaniche è stata ottenuta con la tecnica della Linoleografia. La matrice è stata creata a mano, con l’accuratezza e la sapienza degli artigiani ottocenteschi.